La nuova direttiva Europea EPBD

Il parlamento europeo ha approvato la direttiva EPBD sul rendimento energetico degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive). Le nuove misure stabiliscono i requisiti minimi per la prestazione energetica da rispettare sia nelle ristrutturazioni di costruzioni esistenti sia nella realizzazione di opere ex novo. In Europa gli immobili sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% delle spese energetiche. Con questa norma si intende promuovere la riduzione dei consumi e una maggiore efficienza.

 

L’obiettivo della direttiva EPBD è ambizioso: arrivare alla neutralità climatica in Europa entro il 2050. Si prevede di raggiungere questo risultato procedendo per passi, riqualificando gli edifici energivori ed eliminando gradualmente quelli che presentano prestazioni inadeguate. Le tappe previste dalla direttiva sono:

  • a partire dal 2028 i nuovi edifici dovranno essere a emissioni 0,
  • entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E,
  • entro il 2033 tutti gli edifici residenziali dovranno avere la classe energetica D,
  • dal 2035 verrà introdotto il divieto dell’uso di combustibili fossili per la climatizzazione degli edifici.

 

La direttiva EPBD sarà sottoposta al voto dell’Assemblea del 13-16 marzo, per poi procedere alla definizione del disegno di legge. Successivamente spetterà ai singoli Paesi dell’Unione Europea recepirla e definire come si vuole arrivare agli obiettivi prefissati e quali sussidi mettere in atto per favorire le ristrutturazioni.

 

Questa normativa è destinata ad avere un forte impatto sulla vita di tutti noi. In Italia, secondo i dati dell’ENEA, circa il 60% degli edifici si trova nelle classi più energivore (F e G). Per rientrare nei nuovi parametri di efficienza gli immobili dovranno essere riqualificati in tempi stretti.

 

La nuova direttiva Europea EPBD